Coppa Italia Milan-Catania 1-0 La formazione del Milan. Da sinistra in piedi Maldera, Tassotti, De Vecchi, Collovati, Piotti. Accosciati: Buriani, Vincenzi, Romano, Baresi, Antonelli, Novellino . Il 1980 porta grosse novità. Per la prima volta nella sua storia il Milan si cimenta nel campionato cadetto. Io, ad agosto, torno a Roma da solo e decido di piantare baracca e burattini, tornando a vivere con i miei genitori. Non che sia la soluzione a tutti i mali, ma con mia moglie era una litigata continua, avevo sempre i suoceri tra i piedi e tra noi erano volate parole grosse a ridosso del mio ritorno a casa. Decisi quindi di separarmi; d'altra parte il mio dovere l'avevo fatto convolando a nozze, avevo dato un nome a mia figlia, avevo provato a mandare avanti una situazione obiettivamente impossibile. I miei chiaramente mi accolsero a braccia aperte perchè erano venuti a conoscenza dei dissapori con mia moglie. Per me fu come cominciare una nuova vita; finalmente ripresi a frequentare gli amici, cominciai a lavorare più serenamente e a seguire le partite del Milan come non mi era mai riuscito negli anni del matrimonio. Certo l'approccio con le partite di serie B non fu facile neanhe per me. Una partita su tutte mi è sempre rimasta impressa: Taranto-Milan 3-0. Il giorno prima aveva giocato la Nazionale, avevo visto quella partita poi con un amico ero andato a mangiare una pizza. Mangiai la pizza ma bevvi anche troppo, neanche vino, ma amaro. Non so se questo mio amico per burlarsi mi riempiva continuamente il bicchiere fatto è che, dopo aver sproloquiato di calcio fino a tardi, mi riaccompagnò a casa e meno male che non avevo la mia macchina. Ero malfermo sulle gambe, mi girava la testa e durante il tragitto dovetti chiedergli di fermarsi un paio di volte per permettermi di vomitare. Con quell'amaro avevo preso la prima e ultima ciucca della mia vita. Il giorno dopo, domenica, dormii fino a pomeriggio inoltrato con un mal di testa da scoppiare. Mi alzai solo verso le cinque e chiesi subito a mio padre il risultato del Milan. Avevo una faccia da tregenda perchè ci pensò un po' su prima di dirmelo. Insistetti, anche se la testa mi scoppiava e seppi che aveva perso 3-0. Non sapevo se crederci, ma non mi sembrava che volesse scherzare. Prima di rimettermi a letto mi affacciai un attimo alla finestra; pioveva a dirotto e vidi in strada Agostino Di Bartolomei che veniva a trovare i suoi genitori con la moglie (Agostino abitava nel mio stesso condominio e spesso ci siamo trovati a scambiare quattro calci al pallone sotto casa). Di lì a poco sarebbe diventato campione d'Italia con la Roma.