Il Milan è una fede
A prima vista sembrerebbe una stagione come le altre, non proprio come quelle roboanti dell'era berlusconiana ma che può portare nuovo lustro ai colori rossoneri: c'è una partecipazione all'Europa League da onorare, una squadra nuova e con innesti importanti su cui basare delle giuste ambizioni. All'orizzonte però non tutto fa stare tranquilli. I rumors sulla nuova dirigenza cinese sono sempre più insistenti, anche i quotidiani della finanza si occupano del Milan e non ce n'è uno che non avanzi dubbi sulla provenienza dei capitali occorsi a Yonghong Li sia per comprare la squadra che per sostenere una campagna acquisti oltremodo dispendiosa. Si adombra anche l'ipotesi del riciclaggio. Sul piano prettamente sportivo, si sa che assemblare tanta gente nuova, anche di valore, non vuol dire automaticamente vincere le partite e Montella ha il suo bel da fare per trovare la quadra, senza grossi successi. Tant'è che a fine novembre, dopo un pareggio casalingo col Torino, viene gentilmente invitato alla porta. Al suo posto viene chiamato Rino Gattuso che ha conservato del grande giocatore che conoscevamo l'entusiasmo e soprattutto la grinta, quella che sembra far difetto a buona parte della squadra. E i risultati non tardano ad arrivare: dopo due rovesci con Verona e Atalanta, il Milan affronta l'Inter nei quarti di Coppa Italia e la batte ai supplementari. E' la vittoria che ci voleva per dare cuore e fiducia alla squadra. Da lì in poi il cammino si fa più spedito, in Coppa Italia si arriva a giocarsi la finale con la solita Juventus ed è la partita giocata peggio nel periodo. Ma la squadra ha finalmente un volto e un gioco definiti, in campionato arriva a qualificarsi per l' Europa League, ma qui i guai societari figli dell'occultismo di Yonghong Li hanno un peso e l'UEFA decide di sanzionare il Milan con l'esclusione dai tornei continentali per un anno. Un' ultima annotazione di carattere personale: quando Bonucci arrivò al Milan fu subito insignito dei gradi di capitano. Decisione non proprio ai massimi livelli di giustizia stante i vari Romagnoli, Abate e Donnarumma con maggiore anzianità di lui. Bene, si è messo la fascia, ha fatto il suo campionato e alla fine di questo ha richiesto di tornare al suo ovile. A Napoli una frase è la perfetta fotografia del suo comportamento, considerate le critiche poi esternate nei confronti del Milan: 'Omm'e'merd'. Ho deciso quindi di non evidenziare le giocate di questo omuncolo se non per quanto riguarda i due gol realizzati; ho deciso anche che il nome di una persona del genere non deve neanche essere pronunciato e nelle didascalie troverete scritto uno pseudonimo: Merducci. Bene, alla fine tutti noi tifosi ci stringiamo allora intorno a Rino Gattuso, vedendo in lui l'unico legame con il grande Milan che fu.