Il Milan è una fede
Finale Champions League Milan-Barcellona 4-0. La formzione del Milan. Da sinistra in piedi: Rossi, Maldini, Galli, Desailly, Boban, Panucci. Accosciati: Tassotti, Donadoni, Albertini, Savicevic, Massaro. Era il 18 maggio 1994. Mattina a lavorare in banca con la Gazzetta dello Sport aperta sotto il bancone per respirare, tra un'operazione bancaria e l'altra, il clima della squadra in quel di Atene dove si sarebbe tenuta la finale. Nervosismo palpabile, quando mi metto a pensare alla partita imminente è come ricevere una scossa di adrenalina pura. Mancherà Baresi, squalificato, poi ci sono le parole di Cruijff, sicurissimo che la Coppa andrà al suo Barcellona. Mi viene da ricordare le parole spocchiose di Maradona alla vigilia di quel Napoli-Milan del 1988; magari le parole dell'allenatore dei blugrana sortiranno lo stesso effetto. Sono le 17, esco dalla banca, piove. Vado subito a asa, stasera verranno a vedere la partita a casa mia altri due colleghi milanisti doc: Giancarlo e Graziano; nel frattempo mi carico con la canzone dei Pet Shop Boys 'Go West'. L'ora della partita si avvicina, arrivano i miei amici e cominciamo a sistemarci. La pioggia, caduta fino a poco prima ha lasciato un'aria calda e umida, Graziano che ha intorno al collo una sciarpa rossonera di lana comincia a sudare, ma non se la può togliere perchè la considera un talismano.Comincia la partita, è un bel Milan che ha deciso di affrontare il Barcellona a viso aperto, senza paura. Venti minuti e arriva il gol di Massaro, urla e abbracci, poi di nuovo concentrati sulla televisione; manca poco allo scadere del primo tempo e Massaro colpisce ancora. Siamo in visibilio. Mangiamo qualcosa più per ingannare l'attesa del ritorno in campo che per fame. Neanche il tempo di rimettere la palla al centro e Savicevic ci delizia con un pallonetto da fuori area che coglie impreparato Zubizarreta: 3-0. Di fronte a tanto mi inginocchio urlando: non credo ai miei occhi e ancora ho paura di un colpo di coda degli spagnoli. Invece arriva Desailly e fa il quarto. Non stiamo più nella pelle, Graziano è una maschera di sudore, ma non si toglie la sciarpa, io, in piedi per scaricare l'adrenalina conto i minuti che mancano alla fine. E la fine arriva, il Milan è nuovamente Campione d'Europa!