Il Milan è una fede
Milan-Lokomotive Lipsia 2-0 La formazione del Milan; da sinistra in piedi: Tassotti, Maldini, Hateley, Terraneo, Di Bartolomei, Virdis. Accosciati: Baresi, Wilkins, Macina, Evani, Galli. Pensavo sinceramente che i guai del Milan fossero finiti con il ritorno e la permanenza in Serie A. Invece, all'orizzonte, si profilava un'ombra ben più minacciosa, quella del fallimento. Dopo la quadratura giornaliera, seduto alla cassa dell'Ufficio Estero CAmbi, aprivo la Gazzetta dello Sport e leggevo di Milan imputato presso il Tribunale Civile e di cordate con fidejussioni. Si parlava anche di Berlusconi come padrone del Milan, ma in quell'autunno del 1985 erano solo voci. Mi sentivo veramente giù.Tra l'altro le cose con Viviana erano precipitate fino a lasciarci nel corso dell'estate: lei non se la sentiva più di aspettare i tempi della giustizia (che all'epoca prevedevano un periodo di attesa di cinque anni per chi si separava consensualmente prima di convolare a nuove nozze). Io, anche perchè ero già rimasto scottato, propendevo per la convivenza e spesso si arrivava ai ferri corti con parole dure l'uno verso l'altra. Alla fine decidemmo di comune accordo di prendere ognuno la propria strada anche se questo mi costò molta fatica. Devo dire, a distanza di anni, che quello vissuto con Viviana fu uno dei periodi più importanti della mia vita.Finalmente, il 14 dicembre 1985, la Gazzetta dello Sport titolava che Farina non era più il padrone del Milan; se ne andava da insalutato ospite lasciando il Milan nella situazione finanziaria più nera, ma dietro l'angolo era sempre più presente la figura di Berlusconi che, riportava la stampa, era sempre più vicino ad acquistare la società . Il 10 febbraio 1986 arrivò la sospirata 'fumata bianca' e Silvio Berlusconi, a bordo di un elicottero, fece il suo primo ingresso a Milanello per salutare la squadra.