Il Milan è una fede
Dalla Gazzetta dello Sport del 13 settembre 1981. Il ritorno in A dopo appena una stagione di purgatorio venne celebrato con grande entusiasmo da tutti i tifosi milanisti, che comunque non avevano mai abbandonato la squadra nel corso del campionato di B. Rivera, in qualità di dirigente, si sente in dovere di dichiarare alla stampa che il Milan in questa stagione punterà molto in altro, addirittura allo scudetto. Per arrivare a tanto è stato ingaggiato dal Manchester United il centravanti Joe Jordan, per il quale l'ex Golden Boy pronostica un posto di vertice nella classifica dei cannonieri. E poi ecco rispuntare sotto forma di allenatore una vecchia conoscenza dei tifosi rossoneri, quel Gigi Radice, sergente di ferro, che ha fatto faville col suo Torino guidandolo alla conquista dello scudetto. Insomma le buone intenzioni ci sono tutte. Peccato però che Rivera, uno dei più grandi calciatori italiani del dopoguerra, abbia dimostrato scarsa preveggenza. Ben presto il Milan comincerà ad annaspare fino a toccare i bassifondi della classifica per poi giocarsi la permanenza l'ultima giornata di campionato a Cesena, qualche giorno dopo aver conquistato la Mitropa Cup. Una piccola soddisfazione. Quel giorno non riuscivo a scollarmi dalla radio anche se ero in compagnia della mia nuova compagna. Faceva un caldo bestiale a Roma, parcheggiai l'auto sotto un albero e mi apprestai a seguire gli ultimi minuti di quella giornata al cardiopalmo. In un'altalena di risultati il Milan uscì vincitore dalla sfida col Cesena, ma doveva ancora finire la sfida tra Napoli e Genoa, con i genoani diretti rivali per non retrocedere. Il Genoa perdeva 2-1a pochi minuti dalla fine. Tirai un sospiro di sollievo, forse il Milan si salvava. A Napoli, Castellini, portiere dei partenopei, regala un calcio d'angolo ai rossoblu che si affrettano a batterlo.La palla arriva a Faccenda, solo in area, per il quale è un gioco da ragazzi mettere in rete. 2-2 e Milan nuovamente in Serie B. Trattenni a stento le lacrime per la rabbia e la delusione di quei minuti finali.